International Summer School “Tectonic Geomorphology and Active Tectonics” 2009
La Summer School 2009 “Tectonic Geomorphology and Active Tectonics” organizzata dall’Università di Bologna, con la collaborazione dell’AIQUA, si è svolta dal 25 Aprile al 3 Maggio 2009 nell’Appennino Settentrionale. I docenti organizzatori erano Frank Pazzaglia, Vincenzo Picotti e Sean Willett, con la collaborazione di Marco Benvenuti (Uni FI), Sebastién Castelltort (ETH), Alessio Ponza (Uni BO) e Alessandro Simoni (Uni BO).
Si è trattato di una scuola sul terreno, in cui non si sono tenute lezioni frontali, ma si è presentata una serie di problemi geologici legati alla tettonica attiva e alla sismotettonica dell’Appennino e si sono proposti esercizi per affrontare la loro risoluzione. La discussione avveniva in parte sul terreno e in parte nel dopocena. A questa scuola hanno partecipato 23 studenti di Master e di Dottorato delle Università di Lehigh (PA, Stati Uniti), dell’ETH di Zurigo (CH) e di alcune Università ed Enti italiani. La quota di partecipazione degli studenti italiani è stata ridotta al minimo, grazie al contributo dell’Università di Bologna e all’alloggiamento in appartamenti (rigorosamente internazionali) di un agriturismo nei pressi di Marzabotto (Valle del Reno, BO).
La vicinanza temporale con il disastroso terremoto de L’Aquila se da un parte ha reso sempre più stringente la necessità di studi sulla tettonica attiva, dall’altra ha richiesto l’impegno di uno dei partecipanti che è rimasto a lavorare sulla zona colpita.
Gli argomenti posti in fase introduttiva, insieme ad un inquadramento geologico e geodinamico, sono stati la definizione delle principali morfostrutture quaternarie dell’Appennino settentrionale, quali il fronte montano del versante padano ed i bacini intramontani del versante tirrenico, nell’ottica della definizione delle strutture responsabili di queste forme e della loro possibile attività.
Il primo giorno è stato dedicato alla geologia regionale con l’analisi speditiva delle principali unità che compongono l’edificio appenninico, quali le unità Liguri ed Epiliguri ed il loro assetto strutturale. In particolare è stata percorsa la parte finale del torrente Idice ove affiorano in modo più o meno continuo unità Messiniane e Plioceniche fino a quelle pleistoceniche del margine appenninico.
Quest’ultimo tema è stato l’argomento del lavoro del secondo giorno, passato ad analizzare in dettaglio la splendida serie Plio-pleistocenica del Fiume Enza. L’esercizio prevedeva la misura della sezione stratigrafica al passaggio tra le unità marine di piattaforma e di spiaggia, quelle continentali di piana costiera e quelle di ambiente alluvionale. La continuità dell’affioramento ha permesso agli studenti di realizzare un log stratigrafico ed un profilo geologico che ben visualizzava la divergenza progressiva degli strati in crescita sul fronte montano.
Queste osservazioni sul margine appenninico sono state la necessaria introduzione ai depositi continentali pleistocenici della valle del Reno, percorsa da Marzabotto a Casalecchio di Reno. Negli ottimi affioramenti di Marzabotto e Lama di Reno, sull’alveo del fiume, sono stati analizzati i depositi alluvionali terrazzati e le loro successioni stratigrafiche, nonché i depositi eolici e colluviali che li ricoprono ed i suoli sviluppati su di essi. Si sono potute osservare inoltre le forme di erosione fluviali e discutere i parametri di controllo della dinamica fluviale. Gli studenti, in gruppi di 3-4, hanno poi realizzato un rilevamento di piccole aree, che ha occupato la seconda parte del terzo giorno e tutto il quarto. Queste mappe sono state discusse e perfezionate con i docenti sul terreno ed al rientro presso la sede.
Il quinto giorno è stato dedicato al bacino del Mugello sotto la guida di Marco Benvenuti e con la collaborazione di Carlo Bartolini. Gli studenti hanno potuto cartografare una parte del margine settentrionale del bacino nei pressi di Ronta. La ricostruzione dell’architettura del bacino è stata possibile grazie ad alcuni significativi affioramenti che mettono in luce la geometria divergente dei livelli pleistocenici, caratterizzati da facies di delta-conoide. L’elaborazione di una sezione geologica è stata eseguita all’interno di una ottima gelateria di Boprgo S. Lorenzo, e, con stupore di molti, la geometria finale è risultata correlabile a quella del fronte padano, da cui differisce solo per la sua vergenza. Difficile considerarle tipiche di un semplice sistema in distensione…
Il sesto giorno gli studenti hanno svolto una esperienza di mezza giornata di raccolta dati topografici di dettaglio del canale principale del Reno tramite GPS differenziale. L’esperienza, svolta in gruppi di 5 o 6 studenti, mirava a presentare un metodo per la ricostruzione in dettaglio di forme erosive e deposizionali, e della loro possibile deformazione. La seconda parte della giornata è stata dedicata al tema dei processi di versante e della connettività con quelli di canale, per permettere agli studenti di comprendere la genesi dei clasti presenti nei depositi alluvionali. A questo scopo è stata effettuata una escursione guidata da Alessandro Simoni su colate di fango nelle Argille a Palombini del settore della media Val di Reno, ove il gruppo di ricerca di Bologna effettua su alcune colate un monitoraggio di differenti parametri che permettono di ricostruire la cinematica e l’innesco del movimento, controllato da inclinometri. La discussione ha permesso di riprendere i temi già trattati per la genesi dei terrazzi alluvionali, valutando il ruolo relativo del sollevamento della catena e delle variazioni climatiche.
L’ultimo giorno è servito al gruppo italiano per effettuare una interpretazione di una linea sismica parallela alla sezione misurata sull’Enza e correlare i dati raccolti in superficie con le geometrie del sottosuolo. La seconda parte della giornata è stata dedicata alla discussione finale in cui si sono integrate le informazioni derivanti dai differenti esercizi dei giorni precedenti. La discussione ha affrontato i limiti di alcune metodologie utilizzate nella ricostruzione della tettonica attiva anche in riferimento ai temi di studio dei singoli studenti.
Nonostante l’inclemenza del tempo, che non ha dato il meglio di sé e ha fatto ironizzare molti sulla “summer”, l’esperienza è stata positiva per la ricchezza di approcci e di metodi trattati. Di importanza non inferiore è stata l’esperienza umana, in presenza di un gruppo così assortito che ha raggiunto un buon livello di affiatamento.
Elenco partecipanti italiani
Canova Fabio
Di Stefano Marcello
Ferraris Francesca
Gennaro Carmelo
Pezzo Giuseppe
Verdecchia Federica
Sboras
Elenco Docenti
Frank Pazzaglia
Sean Willett
Vincenzo Picotti
Marco Benvenuti
Alessandro Simoni
Sebastién Castelltort
Alessio Ponza